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Commissione a Brescello

  • saradonatelli0920
  • 7 ago 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Il prefetto di Reggio, Raffaele Ruberto, ha nominato una commissione per effettuare l’accesso nel comune di Brescello. Tale commissione, formata da Adriana Cogode (viceprefetto della prefettura reggiana), Giuseppe Zarcone (dirigente del servizio contabilità e gestione finanziaria della prefettura di Torino) e dal capitano dell’Arma Dario Campanella, avrà come obiettivo quello di prendere visione di tutta la documentazione del comune per valutare eventuali infiltrazioni mafiose.

La richiesta è stata avanzata dal prefetto, sulla base di un’informativa dei carabinieri del comando provinciale di Reggio, al Ministero dell’Interno che ha autorizzato la nomina della commissione per procedere all’accesso. Il tutto nasce anche dalle dichiarazioni del sindaco di Brescello, Marcello Coffrini (in foto). Il primo cittadino, infatti, quasi un anno fa aveva descritto un condannato in via definitiva per associazione mafiosa quale Francesco Grande Aracri come una persona “gentile, tranquilla ed educata”. Furono frasi forti che scatenarono reazioni altrettanto forti, tanto che a marzo intervenne anche la Commissione antimafia. Proprio pochissimi giorni fa, lo studioso Vittorio Mete (docente all’università di Catanzaro e membro della commissione consultiva permanente di Avviso Pubblico) aveva affermato: "Se Brescello fosse al sud, il Comune sarebbe già stato sciolto per infiltrazioni mafiose". Ed infatti, qualcosa inizia a muoversi. Si muove anche il sindaco in questione, Coffrini, che commenta così la notizia: “Accolgo favorevolmente l'iniziativa del Prefetto di Reggio Emilia, in quanto idonea a chiarire definitivamente la posizione del sottoscritto e dell'amministrazione che rappresenta. Si assicura sin d'ora la più ampia collaborazione ai membri della Commissione". L'attività della Commissione si protrarrà per 3 mesi, rinnovabili una sola volta, per uguale periodo. Questo rimane comunque un primo passo di una lunga procedura che deve valutare l’eventuale presenza di infiltrazioni mafiose nell’amministrazione comunale. E se queste fossero riscontrate ci sarebbe lo scioglimento per mafia. Il comportamento del sindaco Marcello Coffrini rimane comunque gravissimo. E se non si può parlare di responsabilità penale, bisognerebbe almeno parlare di “responsabilità politica e morale”, come diceva Paolo Borsellino. In questo caso, di grande responsabilità politica e morale.


 
 
 

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