top of page

AEMILIA #3: Tutto ebbe inizio così

  • saradonatelli0920
  • 8 ago 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

I DRAGONE ARRIVANO IN EMILIA ROMAGNA

Il 14 maggio 1982 il Tribunale di Catanzaro sottopone Antonio Dragone (capo della locale di Cutro) alla misura di soggiorno con obbligo di dimora nel comune di Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia. Tale misura avrà una durata di due anni. Dragone giunge nella nuova località dopo pochissime settimane, esattamente il 9 giugno. Leggendo una Nota della Questura di Reggio Emilia, datata 12 febbraio 1983, è possibile constatare come il Dragone fa affluire nel reggiano e dintorni non solo i familiari più stretti, ma anche e soprattutto i cosiddetti “fedelissimi” ed insieme si dedicano ad attività criminali come traffico di stupefacenti, estorsioni, controllo degli appalti edili. Un dato di fondamentale importanza per comprendere il modus operandi di tali criminali, è dato dal fatto che in questa prima fase le vittime sono tutte originarie del crotonese. La motivazione è molto semplice: sono le uniche che possono realmente rendersi conto della volontà intimidatoria di questo gruppo mafioso e si rivelano dunque maggiormente consapevoli dei rischi che correrebbero se, anziché pagare, denunciassero i propri estorsori. Antonio Dragone viene però arrestato, e il potere passa nelle mani di Raffaele, il nipote, che in pochissimo tempo inizia a tessere rapporti e legami anche con personalità “insospettabili”. Uno di questi è Renato Cavazzuti, già direttore delle filiali della Cassa di Risparmio di Modena, Montale Rangone e Prignano sulla Secchia. Insieme gestiranno un vastissimo traffico di eroina, terminando i loro affari però nel 1993, anno in cui entrambi vengono arrestati. Nei primi anni 90 inoltre, assistiamo ad una serie di omicidi come quello di Nicola Vasapollo e di Giuseppe Ruggiero. Il primo muore a Reggio Emilia il 21 settembre 1992, il secondo invece viene ucciso a Brescello appena un mese dopo, il 22 ottobre.


CAMBIO DI GUARDIA

Cosa sta accadendo? Con l’arresto di Antonio Dragone prima, e del nipote Raffaele poi, il clan si indebolisce notevolmente. Questo comporterà l’ascesa di vari personaggi, che fino a questo momento hanno svolto ruoli secondari. Uno di questi è soprannominato “mano di gomma”: stiamo parlando di Nicolino Grande Aracri il quale prenderà definitivamente le redini dell’organizzazione attraverso due passaggi fondamentali: l’uccisione di Raffele Dragone (31 agosto 1999) e la morte di Antonio Dragone (10 maggio 2004). Avendo dunque campo libero, Grande Aracri provvederà prima a consolidare il proprio potere a Cutro, e solo successivamente (grazie anche alla collaborazione di sette fratelli che nel frattempo si sono trasferiti, con le rispettive famiglie, proprio a Reggio Emilia e provincia), assumerà un ruolo di spicco anche al nord. Questo passaggio di potere, però, non è affatto semplice. Molti uomini infatti continuano a mostrarsi “fedeli” alla vecchia guardia (quella dei Dragone), ma Grandi Aracri si mostra molto abile nell’approfittare dell’assenza, dovuta alla reclusione, dei Dragone per assumere sempre più potere, soprattutto nel traffico degli stupefacenti in Emilia Romagna e Lombardia. Di tutto questo ne parla anche il collaboratore di giustizia Vittorio Foschini:



P.M.: Ad un certo punto lei sa, e per quali ragioni, se ci furono degli screzi tra Dragone e “mano di gomma”, e come cambiò il suo commercio in relazione a questo fatto?

FOSCHINI: Già prima dell’omicidio si parlava delle riunioni di ‘ndrangheta che man ‘e gomma non voleva dare più conto ad Antonio Dragone, diceva “Io sono un killer, io ci sto facendo il nome ai Dragone, io sto ammazzando la gente per i Dragone però loro si prendono i soldi ed io no. A questo punto mi sono stancato; la famiglia me la alzo io, non do più conto ai Dragone” e quella volta lì si è passata la novità diciamo. Noi lo conoscevamo come capo non più Antonio Dragone, la famiglia Dragone, ma Nicolino “mano ‘e gomma”.




LOTTA PER IL POTERE

Come detto prima, questo cambio di guardia causa molto scompiglio all’interno dell’organizzazione criminale. In particolar modo, in seguito all’operazione SCACCO MATTO, Grande Aracri viene arrestato e per tali motivazioni vengono nominati nuovi referenti incaricati di trasmettere agli affiliati liberi le direttive di “mano di gomma” dal carcere. In questo scenario emergono nuove personalità, come ad esempio Nicolino Sarcone e Francesco Grande Aracri (fratello di Nicolino).La lotta per il potere si fa sempre più accentuata proprio quando Antonio Dragone esce dal carcere (4 novembre 2003). Il vecchio boss non solo vuole riprendersi ciò che Grande Aracri gli ha tolto, ma vuole anche vendicare la morte dei propri uomini di fiducia. Per fare questo si rivolge agli Arena (famiglia di Isola Capo Rizzuto) i quali da tempo sono in fortissimo contrasto con i Nicoscia (alleati con i Grande Aracri). Ecco qui, dunque, le due fazioni: da un lato i Dragone che vogliono tornare alla ribalta, appoggiati dagli Arena; dall’altro lato i Grandi Aracri, supportati dai Nicoscia. La lunga scia di sangue scaturita da questa contrapposizione termina, come detto, il 10 maggio 2004, con la morte di Antonio Dragone. Grande Aracri diventa definitivamente il capo indiscusso sia in Calabria che in Emilia Romagna.


 
 
 

Comments


© 2023 By Henry Cooper. Proudly created with Wix.com

bottom of page