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AEMILIA #5: L'indagine Grande Drago 2

  • saradonatelli0920
  • 10 ago 2015
  • Tempo di lettura: 1 min

Questa indagine è importante in quanto mette in risalto le relazioni tra appartenenti alla cosca e gli imprenditori cutresi operanti sul territorio reggiano. L’indagine viene trasmessa per competenza alla DDA di Catanzaro ed inquadra l’ultima fase di attività di Antonio Dragone. Dopo la remissione in libertà tenta infatti, con l’aiuto di fedelissimi (tra cui il nipote Raffaele) di riprendere il potere attuando un’attività di carattere estorsivo attraverso lo schermo dell’Artemide Srl. Le vittime sono tutti imprenditori cutresi, residenti però nel reggiano. Questi vengono obbligati o al pagamento di denaro o a cessioni in subappalto di lavori alla sopracitata ditta. Ciò che più è singolare, e deve essere posto in evidenza, è l’atteggiamento assunto da alcuni di questi imprenditori tra cui ritroviamo Antonio Silipo e Antonio Gualtieri. Quest’ultimo, legale rappresentante della Ediltetti, proclama (parlando con Dragone Raffaele) la sua disponibilità a sovvenire la cosca ma, trovandosi in gravi difficoltà economiche, al momento non può. Dalle intercettazioni emerge non solo una pregressa attività di emissione di fatture per operazioni inesistenti, ma anche e soprattutto si nota come al Gualtieri venga affidato il computo di “portare a terzi le ambasciate” (porre in essere una richiesta estorsiva). Antonio Silipo, invece, è il titolare di una impresa di movimento terra che, nonostante subisca la spietata concorrenza dell’Artemide Srl, fornisce anch’egli la propria incondizionata adesione alle richieste del clan Dragone. Questa indagine, dunque, è di fondamentale importanza per ricostruire a morfologia delle infiltrazioni criminali in ambito reggiano.


 
 
 

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